“Gli italiani, così come fatto finora, continueranno a trovare nelle confezioni le informazioni sull’origine della materia prima. A prescindere da qualunque quadro normativo in materia, non cambierà la nostra trasparenza nel far sapere al consumatore da dove arriva il grano utilizzato per fare la pasta”. È il commento di Riccardo Felicetti, Presidente dei Pastai italiani di Unione Italiana Food, sull’imminente entrata in vigore della nuova normativa europea sull’origine.
Quindi le informazioni che i consumatori italiani richiedono, saranno ancora ben presenti.
Come accade da sempre, il saper fare dei pastai italiani parte dalla selezione di semole italiane, ricavate da grani duri sia italiani che esteri, scelti e miscelati per assicurare sempre un prodotto eccellente, che tutto il mondo ci invidia.
Il nuovo Regolamento UE conferma quello che i pastai italiani dicono da tempo: l’origine del grano non è un indicatore di qualità o di sicurezza. Perché, ricorda Riccardo Felicetti, “La qualità non conosce frontiere e non bisogna confondere l’origine con la qualità o con la sicurezza del prodotto. La sicurezza è garantita da stringenti normative comunitarie e da un rigido sistema di controlli nazionali, sia sulla materia prima nazionale, sia su quella importata, cui si aggiungono numerosi autocontrolli dei pastai italiani.”