Oltre ad essere un eccellenza del Made in Italy, la pasta è simbolo di convivialità e condivisione. Oggi, grazie a uno studio scientifico dal Behavior & Brain Lab dell’Università IULM, possiamo affermare che mangiare un piatto di pasta insieme attiva il cervello, genera emozioni positive e rafforza i legami tra le persone.
La ricerca che conferma la pasta come simbolo di convivialità
Il consumo di pasta è stato al centro di una ricerca commissionata da Unione Italiana Food e condotta dall’Università IULM di Milano, con l’obiettivo di indagare il ruolo della condivisione a tavola. Utilizzando tecniche di neuromarketing, lo studio ha dimostrato che mangiare pasta in compagnia produce un impatto emotivo e relazionale superiore rispetto ad altre attività sociali, come guardare un film o giocare.
Attraverso l’analisi delle reazioni cerebrali dei 40 partecipanti, è emerso che condividere un piatto di pasta attiva aree del cervello legate alla memoria e alle emozioni positive. Non solo: rispetto ad altre esperienze condivise, la pasta genera una connessione sociale più forte, anche tra persone che si incontrano per la prima volta.
Condivisione, emozioni e memoria: il potere sociale della pasta
I dati raccolti confermano che la pasta è in grado di evocare ricordi legati alla famiglia, alla casa e alla tradizione. Il 53% dei partecipanti la definisce un comfort food e il 60% delle conversazioni nate durante il pasto ruotano attorno a temi affettivi e relazionali. Questo rafforza l’idea della pasta come simbolo di convivialità autentica e vissuta.
La ricerca evidenzia come l’atto del mangiare insieme rappresenti un momento di connessione profonda, capace di abbattere barriere emotive. La pasta, in questo contesto, diventa un elemento di attivazione emotiva: genera benessere, facilita l’incontro e stimola il dialogo. È un ponte tra passato e presente, tra gusto e relazione.
L’opinione degli esperti: “La pasta è un catalizzatore di relazioni”
Secondo il Prof. Vincenzo Russo, coordinatore dello studio, la pasta stimola le emozioni più positive proprio nel momento in cui viene consumata: “I risultati ci dicono che sono proprio i momenti in cui mangiamo la pasta quelli che ci attivano maggiormente a livello emotivo. È, quindi, l’atto vero e proprio di assaggiare e assaporare il piatto nel suo pieno sapore a stimolare le memorie e le emozioni più positive. I risultati ci permettono di poter affermare che la pasta è un vero e proprio catalizzatore di relazioni e che un piatto di spaghetti a centro tavola può dar vita ad una rete sociale”.
Questo riconoscimento scientifico consolida l’idea che la pasta non sia solo parte della cultura gastronomica italiana, ma anche uno strumento di relazione, convivialità e apertura verso l’altro. Dove c’è la pasta, si accende la compagnia.
“Abbiamo sempre saputo che la pasta è un alimento conviviale che si presta ad essere condivisa e che, consumata con gli amici o con la famiglia, permette di creare un momento di aggregazione – afferma Margherita Mastromauro, Presidente dei pastai italiani di Unione Italiana Food – È protagonista di momenti di gioia e relax e la sua versatilità permette di creare infinite ricette, adatte a diverse occasioni e gusti. Ora arriva la conferma da questa ricerca che abbiamo commissionato a IULM, nella quale la pasta viene eletta a vero e proprio catalizzatore di socialità. Sono felice di poter dire che la pasta è il linguaggio universale dell’amicizia e che, dove c’è la pasta, si accende la compagnia e si creano legami”.